Addestramento o educazione?
Qual è la differenza tra un addestratore o un educatore? Che differenza c'è tra addestrare o educare il proprio cane?
E tu, cosa stai facendo? Educando o addestrando?

Mi capita spesso di incontrare persone che hanno perso la voglia e la speranza di risolvere alcuni “problemi” dei loro cani in quanto hanno avuto esperienze di “addestramento”, ma non sono servite a risolvere il problema. Mi dicono infatti che il loro amico peloso è diventato bravissimo al campo a fare il terra, seduto, resta, piede, ecc ecc,... ma una volta tornato a casa la situazione è tornata la stessa.

Oppure che il proprio cane al campo non abbaia agli altri cani, ma appena fuori, in città fa il matto con tutti, o che il proprio cane fa un “piede” perfetto al campo, ma in città no. Peggio ancora, quando un cane è talmente abituato a fare le cose che gli vengono ordinate, che non propone più niente e se non gli viene dato l’ordine, non sa cosa fare, o come comportarsi in determinate situazioni.
Il problema di fondo è che l’addestramento, non ha come finalità l’educazione di un cane o l’acquisizione di parte dei proprietari di nozioni e capacità nuove, ma semplicemente ha lo scopo di mettere il cane sotto controllo.

Riporto qui sotto un articolo di Angelo Vaira che con parole semplici ed efficaci ci spiega esattamente quale sia la differenza tra addestramento ed educazione, ho aggiunto al testo originale alcuni spunti basati sulla mia esperienza:
“Non è necessario strutturare una relazione basata sulle dinamiche capobranco-subordinato, dominante-sottomesso e via dicendo, in questo modo si creano un sacco di incomprensioni comunicative e dinamiche che vanno a minare la fiducia.
Addestrare, vuol dire “rendere destro”, vale a dire capace di fare qualcosa. Posso addestrare il mio cane a fare qualcosa di particolare, ma questo non ha nulla a che fare con l’educazione."
Educare, deriva da ex-ducere, condurre/tirare fuori. Ma cosa tiriamo fuori? Ed ecco la risposta: tutto il potenziale del cane.

Ogni cane ha in sè tutto ciò che gli serve per imparare a vivere educatamente in famiglia. Quando non ci riusciamo è perché non teniamo presente quali siano i suoi bisogni fondamentali o perché non abbiamo ancora sviluppato le competenze sufficienti ad educarlo.
Il punto centrale di tutta la questione è uscire dalla visione in cui il cane dev’essere sempre “sotto comando” in ogni situazione (seduto, terra, fermo, piede,...) ed invece fornire al cane gli strumenti cognitivi che lo portino a comportarsi spontaneamente bene in ogni situazione.
Questo non vuol dire che non dovremo insegnargli ad aspettare o il richiamo, perché in alcuni frangenti possono essere molto utili. Quello che dobbiamo fare è NON focalizzarci SOLO sui comandi.

Ed a proposito di “comandi”, ecco che io non utilizzo mai questa parola con chi si rivolge a me per essere aiutato col cane. Si fa esercizio, si comunica, si gioca, ma non si comanda. Del resto il cane è un amico ed agli amici non si impartiscono ordini. Sebbene i metodi tradizionali ci dicano il contrario, il cane non ha bisogno di un capobranco, e chiunque dica il contrario è rimasto a metodi e teorie grezze e retrograde. Al posto della parola comando usiamo indicazione, segnale o ancora meglio, richiesta.
Spero che queste breve articolo sia stato d'aiuto per chiarire la questione relativa alla differenza tra educare ed addestrare e che in qualche modo possa aiutarvi a migliorare la relazione col vostro magnifico cane!