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Moci, basta!


Ciao! Mi presento.


Mi chiamo Moci ed oggi voglio iniziare a raccontarvi la mia storia.

Quando ero cucciolino vivevo con i miei fratelli e le mie sorelle in piena campagna. Le giornate passavano veloci, tra giochi, corse, pappe e... qualche bisognino che non riuscivo mai a trattenere. Giorno dopo giorno però la cuccia si svuotava. Rimanevamo sempre in meno. Prima la mamma, poi mia sorella Mirtilla, poi Backy, Jumpy e Stella. Da solo iniziavo ad annoiarmi fino a quando, finalmente, qualcuno che assomigliava a quel tizio che mi nutriva, mi ha preso in braccio. Allora non lo sapevo; erano umani.


Non vi dico la felicità nel salire su quella scatola con le ruote! Finalmente qualcosa di nuovo! La mia mamma umana mi racconta spesso la mia storia. Mi dice che quand'era in attesa dei miei tre fratelli umani, aveva sempre delle voglie. Le è successo anche con me, mentre aspettava il momento per potermi adottare. Nel mio caso, la voglia, era di sushi. Per fortuna non le è saltato in mente di chiamarmi così!

Si è limitata a prendere in prestito il nome dei dolcetti del suo ristorante preferito!


Appena arrivato nella mia nuova casa mi sono trovato spaesato. Sceso dall'auto sei manine hanno iniziato a toccarmi ovunque, gridolini a decibel insopportabili, tutti che urlavano il mio nome ed io, che non sapevo neppure di chiamarmi così.


Con il passare dei giorni però mi sono abituato a tutte queste nuove sensazioni. I miei tre fratelli umani sono davvero tipi divertenti.

Li rincorro, salto sul divano, gioco a tira molla, vado a prendere le palline che mi lanciano (e non sempre le riporto), gioco a nascondino. Però, a volte, quando sono in casa e loro fanno baldoria, la mia proprietaria mi sgrida. Dice che non posso giocare con loro.


Io non capisco molto bene questa cosa. Perché loro corrono! È chiaro che vogliono che io corra con loro! Poi mi buttano degli oggetti! È chiaro che vogliono che io vada a prenderli! Si mettono a gattoni! È chiaro che vogliono che io ... beh ragazzi, questo non so se è chiaro per voi, ma per me lo è! Chiaro, chiaro, chiaro... ma quindi... perché mi sgridano?


Moci! Basta! Moci! Cuccia! Moci! Fuori! Finisce sempre così. Io in castigo... e loro continuano a giocare. Li guardo, con il muso spiaccicato alla finestra e la tristezza negli occhi. A volte non capisco. Non capisco davvero.


"Il parere dell'educatore


Moci racconta una situazione che frequentemente vedo accadere in diverse famiglie.

Spesso si da per scontato o meglio, si pretende, che un cucciolo debba subito comportarsi da adulto.

In realtà i cuccioli stanno scoprendo il mondo e stanno anche scoprendo le regole della convivenza sociale, per questo noi che accogliamo in casa un cucciolo, dobbiamo essere empatici verso l'animale e cercare di insegnargli le regole in maniera positiva e coerente.

Dovremmo sempre pensare che dove c'è un comportamento, c'è un'emozione, e un bisogno, risulta quindi inutile sgridare o punire il comportamento perché il bisogno non cambia; cerchiamo quindi di capire quale è il bisogno che il cane mostra attraverso il comportamento e poi cerchiamo di soddisfarlo, solo in questo modo il cane sarà equilibrato, capirà le regole, e ci ascolterà più facilmente!

Fabio Marinoni."

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